Cos'è
L’iniziativa di condivisione culturale, promossa dalla Fondazione Sardegna Isola del Romanico in collaborazione con l’APS Itinera Romanica, nasce con lo scopo di diffondere la storia e la cultura di una delle epoche più rappresentative della storia e dell’identità della Sardegna.
Il comune di Zeddiani, socio della Fondazione, aderisce all’iniziativa promuovendo la visita della Chiesa della Madonna delle Grazie, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 di domenica 11 settembre.
La Chiesa ospita anche “La Via Crucis di Zia Veronica”, un’importante collezione di proprietà della Parrocchia costituita da quindici opere realizzate dalla pittrice naïve zeddianese.
“Nel nostro cammino lungo i percorsi del romanico in Sardegna ci siamo imbattuti in edifici di ogni genere: semplici o complessi; isolati o pienamente inseriti nei tessuti abitativi; dalla storia architettonica monofase o risultato di articolate vicende storiche.
Rari appaiono gli edifici che affidano la propria identità alla loro essenziale struttura architettonica e a pochi altri elementi documentari.
È questo il caso della Chiesa della Madonna delle Grazie, nota anche con l'appellativo di Sant'Antonio da Padova, ubicata nel cuore del paese.
La data più plausibile della sua edificazione è la prima metà del XXIII secolo. La struttura giunta fino a noi fu modificata da una ricostruzione seicentesca; quella originaria, di cui sopravvivono tratti dei fianchi e la facciata, era connotata planimetricamente da un'aula mononavata con abside orientata a est.
La forma del terminale ha subito modifiche ma rimangono leggibili il profilo del frontone e i conci alla base del campanile a vela.
L'uso ornamentale di blocchi in arenaria con inserti in basalto è l'indizio eloquente di una vocazione estetica verso la bicromia del paramento. Sempre in facciata risultano leggibili dieci alloggi per bacini ceramici disposti su un unico filare.
Due monofore centinate a doppio strombo si aprono sul fianco sud, mentre un'altra monofora architravata si trova sul fianco settentrionale.
Guardando questa piccola chiesa scopriamo quanto la semplicità possa essere commovente.”